Questo matrimonio non s’ha da fare...”

Il pompelmo ( Citrus x paradisi ) è un albero sempreverde appartenente alla famiglia delle Rutacee, originario del Centro America.

Il succo contenuto nel frutto non solo è buono ma fa anche bene.

 

Principi salutari

Ricco di acqua per circa il 90%, vitamina C, vitamine del gruppo B, ferro, potassio e calcio, vanta attività digestiva, diuretica, depurativa, antibatterica e antimicotica, riconosciute dalla comunità scientifica.

Dissetante e ipocalorico (solo 26 kcal/100 gr), è  senza dubbio una delle bevande più apprezzate in estate, anche da chi pratica sport o segue un regime alimentare a ridotto introito energetico.

E allora?

Il problema sorge quando il pompelmo viene assunto contemporaneamente ad alcuni farmaci, e sono molti, appartenenti a numerose categorie terapeutiche.

 

Interazioni pericolose

Responsabile di ciò è la naringina, flavonoide assai abbondante nel pompelmo, a cui conferisce il caratteristico sapore acidulo.

Tale molecola, infatti, a livello epatico va ad inibire il citocromo P450, un complesso enzimatico deputato alla metabolizzazione dei farmaci. Essendo questa alterata, una quantità maggiore di farmaco resta integra nel circolo ematico producendo effetti finali simili a quelli del sovradosaggio. Condizione questa da evitare per scongiurare i relativi rischi, talvolta anche molto gravi.

Tale effetto, che, se innescato, perdurerebbe molte ore, è indicato nel foglietto illustrativo di molti farmaci, sconsigliandone l’assunzione contemporanea al succo di pompelmo. 

 

Farmaci coinvolti

I farmaci maggiormente interessati sono:

  • Amiodarone (antiaritmico)
  • Eritromicina (antibiotico)
  • Terfenadina  (antistaminico)
  • Diazepam, Midazolam, Triazolam (ansiolitici)
  • Prednisone (corticosteroide)
  • Amlodipina, Nifedipina, Verapamil (antiipertensivi)
  • Lovastatina, Simvastatina (ipocolesterolemizzanti)
  • Ciclosporina (immunosoppressore)
  • Saquinavir  (anti HIV)
  • Vinblastina, Ciclofosfamide (antitumorali)
  • Carbamazepina, Fenitoina  (antiepilettici)
  • Fentanyl, Metadone  (analgesici oppioidi)

 

L’effetto da sovradosaggio resta, tuttavia, una manifestazione soggetta alla variabile individuale, della quale il medico prescrittore e il farmacista dispensatore sono tenuti ad informare il paziente. 

 

Per una volta facciamo i Bravi, anche se non ci imbattiamo in Don Abbondio, immerso nel suo breviario, lungo la via.